Una dura e rumorosa sveglia arriva la mattina di domenica 23 febbraio. E una sveglia di domenica … non è mai piacevole…
Mentre a livello istituzionale venivano prese decisioni drastiche per isolare i contagi, le aziende attivavano le autonome misure cautelari. La prima mail di un cliente annuncia la sospensione di tutte le attività formative per le successive 3 settimane. E poi una raffica di altri messaggi, tutti con lo stesso tono: cancellazioni, sospensioni, blocchi precauzionali.
E lunedì non è diverso. Saltano anche appuntamenti, riunioni, incontri di coaching …
Con le agende sempre sottomano, sentiamo i colleghi, ci confrontiamo con i clienti, attiviamo i partner…
Le reazioni? Beh, un insieme di pensieri e sensazioni molto diversi e abbastanza confusi.
“In fondo è solo un’influenza; Sono i media che amplificano la situazione; La salute al primo posto: era prevedibile … e ora che si fa?”
Nel frattempo, la digitalizzazione, tanto discussa, amata e odiata, voluta e temuta, diventa un’ancora di salvezza di valore inestimabile per continuare a lavorare. Tutti in smart working. Prima era una modalità da alcuni considerata come una scusa per fare efficienza, per risparmiare, oppure magari una moda. Quanti hanno detto “no, la presenza è tutta un’altra cosa” … ma adesso ne abbiamo tutti bisogno. Altro che “cigno nero”, questo è il cigno bianco in cui si la digitalizzazione si è trasformata da quel brutto anatroccolo che per qualcuno era.
Da bravi consulenti, proviamo a cercare la risposta a quella domanda. E ora che si fa?
Abbiamo fatto troppa formazione per non sapere che questi periodi vanno usati, sfruttati.
Siamo sempre di corsa, sempre in viaggio, sempre impegnati, sempre incagliati nel presente per pensare al futuro, e adesso un arresto forzato ci dà … tempo. Possiamo usarlo per fare qualcosa di utile!
Come ormai dicono tutti, per “trasformare un vincolo in un’opportunità”.
Così ci siamo detti: “Investiamo in nuove metodologie e proviamo a immaginare una formazione diversa nel futuro!”. Non semplicemente ragionando sulla trasmigrazione di contenuti, ma pensando a nuovi canali, a nuovi approcci, a un nuovo modo di apprendere.
Sulla carta, una reazione da manuale.
Ma probabilmente nella testa di ognuno di noi c’era ancora un pensiero fiducioso, una speranza: “va bene, facciamo pure questo … ma tra fine marzo e aprile torniamo in aula. Questa storia quanto può durare? Vedrai che con i primi caldi…”.
I fatti sono andati, e stanno andando, diversamente. Le notizie peggiorano, le restrizioni sono più serie e prolungate. E la nostra incapacità di crederci veramente, quella che Bauman chiamava paura liquida, adesso fa i conti con uno scenario che ci mostra una prospettiva più difficile di quanto si poteva immaginare e che stiamo tutti toccando con mano giorno dopo giorno.
È realistico pensare che eventi come quello che stiamo attraversando producano un vero cambio di paradigma su molti aspetti del lavoro: le incursioni nella digitalizzazione (smart working, e-learning, distance meeting, lavoro in team dispersi) non sono solo una risposta contingente, ma diventeranno una realtà, anche qualora si torni presto alla situazione di appena pochi giorni fa.
D’altronde lo stiamo già facendo e funziona: lezioni a distanza per le scuole, persone che lavorano da casa per obiettivi e non time consuming, riunioni gestite a distanza che magari si sono rivelate anche più efficienti ed efficaci.
Insomma, è difficile immaginare che il lavoro torni a essere come prima. Ed è molto probabile che anche la formazione non sarà più come prima.
Noi, in questi giorni, che speriamo passino presto, stiamo lavorando così:
- Incontri di brainstorming con clienti e partner (anche non formatori ma esperti di canali innovativi) per ragionare sul futuro della formazione e dello sviluppo
- Prodotti formativi multimediali sullo smart working o sulla gestione di team a distanza per dare un primo supporto concreto a chi come noi continua a lavorare tutti i giorni, ma da casa
- Riprogettazione degli interventi formativi pianificati a breve in ottica digitale
- Formazione per formatori su come digitalizzare la propria offerta e utilizzare nuovi metodi e canali
- Formazione interna al nostro team per affrontare la crisi insieme…
E’ anche un modo di tenere viva la speranza di riprendere presto a essere pieni di lavoro!
Restare a casa, ASSOLUTAMENTE si! Ma non smettere di sognare e di costruire soluzioni concrete per il futuro…
Solo così da questa crisi usciremo migliori!
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